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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 08:51.

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Roy Haynes Fountain of Youth Band al Vicenza JazzRoy Haynes Fountain of Youth Band al Vicenza Jazz

Fra le anomalie musicali italiane ci sono sicuramente i grandi festival del jazz, oggi tutti estivi salvo tre importanti eccezioni delle quali vedremo alcuni dettagli. La loro storia, cominciata tra la fine degli anni quaranta e l'inizio dei cinquanta del Novecento, potrebbe essere il tema di un grosso libro. Per gli scopi contingenti di un articolo può bastare invece la memoria, sebbene con imprecisioni non evitabili.

Prima di tutto: merita il titolo di festival del jazz (per brevità jazzfest) una manifestazione che duri almeno tre giorni, di solito consecutivi e di solito coincidenti con un week end, ma non necessariamente. Ci provò per prima Milano, d'inverno, trasferendosi poi alla fine degli anni cinquanta a Sanremo, quasi per sfidare il festival canoro. Questa è la preistoria, proseguita poi dal Teatro Comunale di Bologna (1958) sotto la saggia sovrintendenza del non dimenticato Carlo Maria Badini che volle estendere l'attività dell'Ente al jazz. I jazzfest estivi del Belpaese decollano nel clima del Sessantotto e del postsessantotto (non a caso) e comunque per l'esempio del crescente successo del festival americano di Newport, poi emigrato a New York. Se si trascurano tentativi minori presto abortiti, si citano il jazzfest di Pescara (1969, tuttora attivo) non privo all'inizio di turbolenze e contestazioni, poi Ravenna anch'esso felicemente in vita, e nel 1973 Umbria Jazz, nato gratuito e itinerante, però con Perugia come stella polare.

La gratuità, conforme alle tendenze demagogiche di quegli anni, fu un errore. Nel 1974, quindi appena alla seconda edizione, Perugia fu invasa da migliaia di ragazzi provenienti da Misano Adriatico – cento chilometri in linea d'aria – dove era stato cancellato un gigantesco raduno rock per le preoccupazioni della polizia circa l'ordine pubblico e la tranquillità dei bagnanti. E così, alla maggioranza di quei ragazzi capitò di scoprire che anche il jazz era improvvisato e a volte perfino comunicativo, e tornarono ancora. Umbria Jazz si dilatò fino al suicidio avvenuto nel 1978, e soltanto nel 1981 potè ricominciare su nuove basi, abolendo innanzitutto la gratuità. Il suo esempio si estese ad altre città, paesi, borgate. Oggi in luglio e agosto l'Italia pullula di jazzfest dando l'impressione di essere una Mecca internazionale della musica afro-americana, mentre non è affatto vero nemmeno adesso, figuriamoci allora.

C'è peraltro una distinzione da fare: in luglio i jazzfest sono centinaia e sono attenti ai problemi dei bilanci (lo deve essere specialmente Umbria Jazz) talvolta a scapito della qualità; quelli di agosto – meritano la menzione Time in Jazz di Berchidda in Sardegna, Roccella Jonica in Calabria e Sant'Anna Arresi in Sardegna – cercano in ogni caso di proporre buona musica anche a rischio di guai. Inoltre, da vari anni si fanno notare jazzfest importanti nella fase in cui la primavera sta per cedere all'estate, cioè il mese di maggio. Sono le manifestazioni di Vicenza (XVI edizione, 6-14 maggio); Cagliari che ha luogo quest'anno dal 26 al 29 maggio con l'insegna European Jazz Expo 2011; e Novara Jazz (VIII edizione, 26 maggio-5 giugno).

In questa sede si possono dare soltanto alcuni cenni dei loro eccellenti programmi; ma chi voglia sapere che cosa accadrà ogni giorno può accedere a info@vicenzajazz.org / sarconline@tiscali.it e info@novarajazz.org. Non si perdano comunque a Vicenza il Mahler Re-visited di Uri Caine (8 maggio), il gruppo del sassofonista Steve Coleman (il 9 ), Paolo Fresu con il coro còrso Filetta (il 14).

A Cagliari, dove si fa musica soprattutto nel bellissimo Parco di Monte Claro si segnalano i concerti di Elena Ledda con Rita Marcotulli, di Stefano Bollani e della voce nuova di Simona Severini che potrà essere la rivelazione del festival. A Novara sono essenziali il concerto di apertura della pianista israeliana Anat Fort, i set di sassofono e di pianoforte solo di Charles Gayle e la chiusura affidata al Jazz Ensemble di Gianluca Petrella.

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